Mercoledì 1° Maggio parlerà il sindaco Raffaele Sciscio, una data simbolica non a caso. Una sorta di “Last Temptation”, ma poi bisogna passare ad altro. Non vogliamo assolutamente adeguarci a questo andazzo.
Da tempo giriamo intorno “al paese dell’amore e delle feste, farina e frescacce”. Abbiamo perso troppo tempo dietro le congiure paesane, gli anonimi, gli anonimisti, le scazzottate, la guerra fra bande, e finalmente si toccano le piaghe vive del paese, in declino irreversibile.
Il documento di accordo fra l’Amministrazione Sciscio e il Gruppo consiliare del PD lo certifica in un confronto schietto e responsabile: rompere con il passato. Capisco che non è compito facile. Ma intorno a noi vi sono esempi virtuosi dove il paradigma del vivacchiare è stato rotto per aprire nuove vie.
E’ il caso di Biccari e di un sindaco coraggioso con le idee chiare. Scrive Riccardo Zingaro sulle pagine de l’ATTACCO: “vedere un sindaco sotto i trent’anni infrangere quella iconografia dell’uomo di mezza età che gestiva la sua comunità come un’assemblea di condominio, limitandosi all’ordinaria amministrazione, galleggiando su un letto di rassegnazione, immobilismo e coltivazione del proprio elettorato.
Non di più.” Un sindaco che: ”dopo essersi guardato intorno e aver visto di aver portato a casa dei risultati che forse neanche lui sperava ed immaginava…” Biccari ha un nuovo destino. Tagliare con il passato, appunto.
Nel comizio ultimo del consigliere Michele Sementino, tenuto domenica sera in piazza San Domenico, una sua perentoria e chiara affermazione ha lasciato di stucco tanti che ascoltavano sulla fine del Villaggio turistico “Macchia a mare” di Calenella:”…il discorso su Macchia di Mare è chiuso – ha detto – quello, ormai, è un bosco, lo ha deciso la Regione Puglia…” Una affermazione netta che non lascia equivoci, secondo Sementino, ma che molti di noi ancora non comprendono la portata e soprattutto ci sfugge completamente la radice di tale decisione.
Con tutta la cautela che la materia dell’assetto del territorio richiede, lontana dal mio pensiero e soprattutto dal mio interesse, mi sono chiesto chi decide a Vico il governo del territorio, la Regione Puglia? E sempre con la stessa cautela e con un pizzico di amara ironia mi chiedo e chiedo:” A cosa serve un’Amministrazione comunale e, soprattutto, un Consiglio comunale, alle sedute spiritiche?
Una veloce rilettura di tutti gli atti propedeutici alla stesura del PUG non ha fatto altro che aumentare i dubbi, “sale della vita,” come e quando far valere il principio sociale ed economico del territorio e il suo destino.
E’ scritto e ripetuto nei passaggi delle varie amministrazioni, con la solennità di atto ufficiale, che “il potere di redigere il piano urbanistico viene affidato al GOVERNO LOCALE perché si ritiene costituzionalmente necessario che sia il governo locale ad assumere le decisioni che riguardano il proprio territorio.”
Ancora:” si riconosce al Comune una migliore conoscenza dei problemi locali e soprattutto una maggiore capacità di risolvere conflitti per gli usi.”
Questo richiede una capacità degli amministratori di verifiche “passo-passo” che possono arricchirlo, precisarlo meglio, ma anche metterlo in discussione e di modificarlo. Ciò non è stato fatto negli ultimi 10/15 anni.
Il PUG è stato solo uno strumento burocratico di mera gestione quotidiana che ha aggravato le brutture e il caos edilizio senza volto e senza cultura, con buona pace della programmazione e delle scelte ragionate.
Mentre altri pezzi pregiati di territorio restano congelati aspettando Godot. E’ il caso dell’intero comparto di Calenella. Eppure la stessa archistar Gae Aulenti aveva suggerito delle soluzioni, lontane anni luce da cemento, nuove costruzioni, consumo di suolo, difesa del paesaggio.
Non dimentichiamo nel frastuono dell’effimero e lancio di coriandoli che, in Vico del Gargano e nei dintorni, c’è in atto un lento e sistematico declino dei paesi, economia da sopravvivenza, fuga di giovani in cerca di avvenire. Si reggono, ancora per poco, sulle pensioni, sul ceto impiegatizio e sul residuo agricolo con gli scarsi 30 giorni di turismo (leggere i dati 2023 appena usciti).
E’il momento di agire con coraggio e intelligenza, ampliare l’offerta dei nuovi turismi, in atto in tutta l’Europa. Basti pensare (vuole essere solo un esempio) alle nuove tendenze di turismo outdoor, plein air, i cammini ed altro: leggere i dati sul turismo europeo e quelli del Ministero del Turismo italiano.
Mentre Calenella è conservato sotto ghiaccio e un villaggio turistico è bosco il paese muore, intanto il turismo outdoor fattura miliardi. Questo significa cambiare paradigma. E’ questa la nuova frontiera del governo del territorio. Che ben venga l’accordo fra Sciscio e il PD; “dopotutto, domani è un altro giorno”. Diamoci una mossa.
Cordialmente!
michele angelicchio